Foglia e Brillantino

Chi come me è cresciuto a Marcianise non ha avvertito solo l’acre odore della terra dei fuochi. Ha assaporato il profondo profumo della Boxe. Un’essenza magica che rende gradevole il sudore ed il sacrificio che chi pratica questa disciplina non avverte quando alla guida ed all’addestramento c’è gente che modella il carattere, plasma l’atleta, forma lo sportivo e proietta nella vita l’uomo. Questo per me è stato il maestro Domenico “Mimmo” Brillantino. Confesso che tutte le volte che transito davanti all’EXCELSIOR Boxe, alla gloriosa palestra che mi ha visto muovere i primi passi sul ring, il segno della croce ed un piccola preghiera per il Maestro non mancano mai. E’ poco per ricambiare, ma significa che voglio ricordare.  Ma le generazioni di pugili, specialmente quelli che poi sono diventati maestri, che hanno avuto la fortuna di assistere alle sue lezioni ne ricorderanno certamente la passione e la grande capacità di trasmettere tecnica e tenacia. Mimmo Brillantino è stato un maestro amato e stimato, cordiale e disponibile, capace di stimolare l’interesse vero la disciplina e la curiosità intellettuale, perché i suoi pugili sono cresciuti anche sul piano culturale. Per questo per ricordarlo non ci vuole necessariamente l’occasione speciale, per me basta guardare un ring.  Il memorial che si conclude questa sera, preceduto da una commemorazione religiosa nella cappella di famiglia, serve solo a sottolineare quanto è ancora presente tra noi.  Enzo ed Antonio i suoi figli, proseguendo la passione paterna, lo fanno ogni giorno. Hanno avuto il coraggio di raccogliere un’eredità pesante e stanno dimostrando che buon sangue non mente. Anche loro sono stati con me in palestra, ma per il maestro Brillantino il legame di sangue contava fuori dal ring, perché tra le sedici corde erano e saranno sempre tutti suoi figli. Del resto questa sera non lo ricorderanno solo i suoi i suoi figli, ma tutto il popolo della boxe.