Raininger
 
Lettera integrale del presidente uscente Alfredo Raininger.
 
Il segretario generale della Federazione Pugilistica Italiana, preso atto delle dimissioni di quattro dei componenti il Consiglio del Comitato Regionale Campano, con sua nota 17 giugno 2019 ha comunicato l’immediata decadenza dell’intero Collegio Regionale e del suo Presidente che, per proroga dei poteri, continua nella sua attività ordinaria sino alla nomina del nuovo Presidente e Consiglieri. 
Pertanto si è determinato lo scioglimento automatico del Consiglio dopo tre anni di attività e, quindi, un anno prima della sua naturale scadenza. 
Lasciano perplessi la concomitanza delle dimissioni rassegnate nello stesso momento, dai quattro consiglieri, vice presidente compreso e con un’identica formula che li motiva, quasi a stampone. 
In tutte le dimissioni si lamenta “ l’impossibilità a proseguire la collaborazione con il Consiglio Regionale data la profonda ed insanabile divergenza di opinione sulla strategia comune con il Presidente”. 
Colpisce nella formula adoperata innanzitutto l’affermazione di un’impossibile “ collaborazione con il Consiglio Regionale”. 
Ma il Consiglio Regionale è costituito dal Presidente, dal Vice Presidente e dai tre Consiglieri e le relative decisioni sono state prese, normalmente, all’unanimità, solo raramente a maggioranza. 
Quindi sono i cinque membri eletti che costituiscono il Consiglio Regionale che, pertanto, non è un organo a sé stante ed autonomo col quale collaborare. 
Il Presidente è solo uno dei cinque che, in caso di decisione a maggioranza, col suo voto dispari, determina l’indirizzo e la strategia del Consiglio. 
Ne consegue che se insanabili divergenze vi siano state, come si legge nelle dimissioni, con esse si devono intendere solo in relazione a quelle decisioni che non siano state assunte all’unanimità, ma a maggioranza con la prevalenza della maggioranza decidente sulla minoranza dissenziente. 
Comunque divergenza giammai da attribuire al Presidente ma, si ripete, a quella maggioranza che ha determinato la decisione assunta. 
Tanto, se da un lato lascia perplessi sulle effettive motivazioni delle dimissioni, lascia stupiti sul significato di quelle dimissioni e sull’addebitabilità delle divergenti opinioni, che non possono essere addebitate al Presidente del Consiglio, semmai a quella maggioranza che ha, invero tecnicamente, fatto prevalere la sua volontà forse col voto favorevole del Presidente, quando questo democraticamente è stato messo in minoranza. 
E tanto importa ulteriore perplessità sull’effettiva vera natura di quelle “ dimissioni a stampone” che si contraddicono da sole, se non si vuol tener conto della estrema genericità di quelle dimissioni. 
Se, poi, sono altre le ragioni, che si nascondono con quella “insanabile divergenza”, frutto di riserva mentale, si abbia il coraggio di esporle senza colpevolizzare il Presidente, agendo con quella lealtà di ogni vero sportivo e con l’obbligo di verità che deve animare la condotta di chiunque, a qualsiasi titolo, appartenga ad organizzazioni sportive. 
A questo punto, non mi rimane che effettuare un attento esame della situazione per l’assunzione di quei comportamenti più opportuni anche in relazione alla tutela dall’attività sino ad oggi svolta. 
                                                                                                                                     Dott. Alfredo Raininger